Il linguaggio: non verbale, paraverbale e verbale

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Essere troppo passivi o aggressivi nelle relazioni con gli altri è un problema per molte persone. Le valutazioni personali e i significati che diamo alle diverse circostanze quotidiane giocano un ruolo essenziale nel nostro modo di rapportarci agli altri.
Le persone mettono in campo:
  • un comportamento di tipo passivo quando nascondono le proprie opinioni e i propri sentimenti, hanno difficoltà a esprimere i propri bisogni e difendono a fatica i propri diritti;
  • un comportamento aggressivo quando impongono la propria personalità senza rispettare le opinioni degli altri e manifestando le proprie esigenze in un modo socialmente inaccettabile.
Lo psicologo Paul Watzlawick nel suo scritto Pragmatica della comunicazione umana sottolinea come sia impossibile non comunicare: qualunque comportamento umano invia un messaggio più o meno consapevole, più o meno esplicito.

La prima impressione

Molte ricerche hanno rivelato che l’impressione che ci si fa di uno sconosciuto si consolida nei primi 90 secondi di conoscenza: un minuto e mezzo. In un lasso di tempo così ridotto il contenuto del discorso non può essere l’aspetto che prendiamo più in considerazione per farci un’idea di una persona con cui parliamo per la prima volta.
Uno studio condotto dall’Università di Toronto su un campione di 100 persone aggiunge un altro tassello importante alla riflessione: nella maggior parte dei casi

la prima impressione di una persona continua a condizionarci anche quando la conosciamo di più,

fatichiamo a mettere da parte la nostra prima valutazione anche quando i fatti (cioè il contenuto dei suoi discorsi) la smentiscono.

È quindi importante essere consapevoli dei segnali che lanciamo fin dal primo momento alle persone con le quali interagiamo, perché sarà proprio in quella occasione che verremo inquadrati dai loro schemi mentali e sarà poi più impegnativo far cambiare la loro idea su di noi.
linguaggio del corpo - prima impressione / credits: Josh Felise
Questo non significa fingerci qualcosa che non siamo, ma semplicemente conoscerci meglio e, allo stesso tempo, dare agli altri la possibilità di capire se sono interessati a fare altrettanto.

Quanti e quali segnali lanciamo mentre parliamo?

Un errore che si commette molto spesso quando si parla di linguaggio è pensare che ne esista un solo tipo, quello espresso dalla lingua che parliamo. In realtà ne esistono almeno tre e possiamo osservarli negli altri e in noi stessi:
  • Il linguaggio verbale, cioè la lingua parlata, le parole usate per inviare un certo messaggio;
  • Il linguaggio paraverbale, legato alla modalità con cui si esprime il concetto (la cosiddetta prossemica): tono di voce, volume, intonazione;
linguaggio paraverbale - credits: Robin Yang

  • Il linguaggio non verbale, quello che mettiamo in atto in maniera prevalentemente inconsapevole e che riguarda il comportamento osservabile: i nostri movimenti, la gestualità, lo stile; in breve tutto quello che fa il nostro corpo mentre parliamo.
immagine: linguaggio non verbale / credits: francis mckee
Quando dobbiamo fare un discorso ci concentriamo molto sul linguaggio verbale, tralasciando spesso gli altri due. il paradosso è che quando i tre tipi di comunicazione non si accordano e le nostre parole stonano dal nostro atteggiamento generale, l’aspetto che il nostro pubblico/interlocutore nota di più e che ha un peso maggiore nella sua valutazione è proprio il linguaggio non verbale; al secondo posto c’è quello paraverbale e solo in terza posizione le parole pronunciate.

Ti senti in difficoltà nell’esprimere la tua opinione, i tuoi bisogni, i tuoi sentimenti?