Un terapeuta a quattro zampe: il ruolo del cane nella pet therapy

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Il cane è un catalizzatore di relazioni sociali, chi ne ha uno lo sa bene: è quasi impossibile uscire senza fermarsi a parlare con qualcuno proprio di animali (avuti in passato, visti presso altri, desiderati). In psicoterapia il cane può ricoprire il ruolo di mediatore relazionale: con la sua semplicità facilita l’apertura dei presenti e li porta all’espressione di sé
  • in maniera esplicita, cioè partecipando al colloquio
  • in maniera implicita, per esempio accarezzando distrattamente l’animale, chiedendone l’allontanamento o ignorandolo completamente.
Questo approccio basato sull’interazione tra uomo e animale è chiamato pet therapy. Qual è la sua particolarità? Possiamo sintetizzarla così: un animale nella stanza di psicoterapia è una presenza che costringe a comunicare qualcosa di sé.
 psicoterapia e cani - pet therapy /credits: Mike Burke

La pet therapy: cos’è e come è nata

Come spesso accade, le idee più creative si sviluppano casualmente. Era il 1953 e lo psichiatra infantile Boris Levinson riceveva ormai da qualche tempo un ragazzino affetto da sindrome autistica, ma non riusciva in nessun modo ad ottenere dei miglioramenti. Un giorno dovette portare nello studio il suo cane, perché non aveva nessuno a cui affidarlo e non poteva lasciarlo in casa. Proprio quel giorno il dottor Levinson aveva un appuntamento con quel ragazzo e capitò l’impensabile: il giovane paziente si interessò subito all’animale e mostrò immediatamente cenni di apertura, tanto che il dottore decise di portare il cane sempre con sé; giorno dopo giorno, notò costanti miglioramenti nel bambino. Nel 1961 coniò il termine pet therapy per dare un nome a questa nuova terapia.

Da allora molti altri psicologi e psichiatri hanno osservato con interesse la presenza del cane, che sia del terapeuta o del paziente, in seduta o fuori, inseriti nelle famiglie: l’animale può essere un ottimo ponte relazionale quando il paziente si mostra reticente o chiuso, perché crea immediatamente una relazione fondata sulla tenerezza e l’emotività, diversamente dalle relazioni del mondo umano, generalmente mediate dal linguaggio. Infatti, anche se qualsiasi nostra comunicazione verbale è sempre accompagnata dal linguaggio non verbale, il linguaggio è un filtro che toglie spontaneità alle nostre emozioni.
psicoterapia e cani - ponte relazionale / credits: freestocks.org
Parlando di psicologia clinica, tra i più celebri cani che hanno accompagnato i loro padroni in seduta c’era quello di Freud: il dottore non si staccava mai dall’animale, perché era convinto che potesse dare stabilità alla seduta, privo com’era di conflittualità interiori.

Qual è il ruolo del cane durante la terapia psicologica?

Il compito di facilitatore relazionale che il cane svolge nella stanza del terapeuta deriva dal fatto che, in sua presenza, il paziente smette di essere completamente centrato su di sé e su tutte le proprie ansie dovute al colloquio psicologico al quale sta partecipando e non è focalizzato neanche sul terapeuta, che sembra attento a ogni suo movimento per capirne il significato profondo; tutta la sua attenzione si sposta sul cane. Questo può generare in lui sentimenti intensi di affetto e accudimento o timore e insicurezza, ma li attribuisce al fatto che c’è un animale e così riesce a sopportarli meglio.
Il cane in psicoterapia, specialmente se appartiene al paziente, fa emergere delle modalità relazionali spontanee, perché mobilita la sfera istintuale ed emozionale, quella che in realtà spesso ci guida nelle scelte ma che tendiamo a dimenticare, convinti come siamo che sia solo la ragione ad indicarci la strada. Questo aiuta sia il terapeuta sia il paziente stesso a comprendere meglio il suo stile affettivo.
Con il passare del tempo il legame che si crea fra il cane e il suo proprietario diventa una sicurezza su cui entrambi possono contare; il tipo di attaccamento riflette quanto è stato appreso nel contesto familiare, per questo motivo osservandoli si possono capire le dinamiche all’interno del loro ambiente.
attaccamento tra cane e padrone / credits: Alvin Balemesa
Anche la scelta del cane può darci degli indizi sul padrone: un cane grande e dal temperamento forte può incarnare il sé desiderato da un proprietario piuttosto riservato, oppure può rappresentare il bisogno di difendersi, rivelando in tal modo la sua diffidenza verso gli altri.

Vuoi provare la pet therapy? Scegli il terapeuta giusto

Il terapeuta che vuole accogliere nel proprio studio anche i cani (i suoi o quelli del cliente) deve avere:
  • un profondo rispetto verso questi animali
  • la capacità di entrare in relazione con loro Infatti solo se si instaura un rapporto di qualità tra tutti i presenti il cane può ricoprire il ruolo di co-terapeuta.
Nel mio studio si pratica anche la pet therapy, contattami per fissare un appuntamento. Tu e il tuo amico a quattro zampe siete i benvenuti!