Dalle esperienze fatte da giovani deriva la fiducia in se stessi

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La resilienza, cioè la capacità di resistere e reagire rapidamente e in modo efficace agli urti della nostra vita, si basa sul rapporto che abbiamo con noi stessi, espresso in termini di autostima e sicurezza nelle nostre possibilità. Da che cosa dipendono questi caratteri? Cosa determina la loro presenza, scarsità o totale mancanza? Non c’è un’unica risposta, esiste piuttosto una combinazione di fattori. Scopriamo insieme quali.

Il DNA
Il primo elemento da prendere in considerazione è la base genetica: sappiamo che una parte del nostro atteggiamento verso gli eventi della vita viene direttamente dai nostri cromosomi: per esempio la parola e lo sviluppo cognitivo sono legati ai geni, anche se ci sono anche altri fattori che intervengono nella loro definizione.

Attenzione però: la predisposizione è una cosa ben diversa dalla predestinazione. Il DNA non ha il completo controllo sulle nostre vite; anche se la ricerca ha fatto molti passi in avanti sui legami fra certe regioni cromosomiche e il comportamento sociale (Progetto Genoma Umano, 1991), ad oggi non sono stati scoperti geni collegati alla comparsa di comportamenti disfunzionali come la schizofrenia, il disturbo bipolare o l’alcolismo.

L’ambiente familiare
Un secondo aspetto che influenza la nostra personalità è l’ambiente in cui cresciamo. Ricerche ormai classiche (Ainsworth, 1978) dimostrano che in una famiglia accogliente, dove il bambino è accettato così com’è, questo sentirà di essere amato per il semplice fatto di esserci, senza dover dare niente in cambio e senza la paura di deludere gli altri.
Al contrario, una famiglia fortemente criticante, magari con aspettative genitoriali a cui il figlio non corrisponde (perché è una bambina anziché un bambino, ha un’indole vivace anziché un temperamento calmo, attitudini da musicista anziché da sportivo e così via) cercherà di modellare il bambino sulla base di standard che potrebbero essere diversi dalle sue caratteristiche innate e farlo sentire perciò insicuro e sempre alla ricerca di conferme.
fiducia in sé - ambiente familiare / credits: Clem Onojeghuo
La famiglia ha un grande peso nella formazione del nostro carattere; bisogna comunque ricordare che ogni individuo elabora risposte specifiche agli eventi della vita, per cui neanche questo può essere considerato l’unico fattore a produrre conseguenze sull’ottimismo.

L’ambiente allargato
Il terzo fattore da tenere presente nella formazione della personalità è l’ambiente allargato in cui viviamo: anche quando i parenti più prossimi sono flessibili e comprensivi, crescendo dobbiamo affrontare altre sfide esterne al nostro ambiente.
Con la scolarizzazione, ad esempio, siamo sottoposti a una nuova serie di relazioni che possono avere esiti positivi e rinforzanti o drammaticamente negativi per il nostro carattere. Un esempio lampante è il fenomeno del bullismo, capace di devastare la personalità di un bambino in crescita e di lasciare tracce anche in età adulta.

Se una famiglia ha fiducia nelle capacità del figlio di poter sopportare le difficoltà senza rimanerne schiacciato, gli trasmetterà la stessa fiducia; dal canto suo il giovane si sentirà pronto a intraprendere relazioni positive con il mondo e/o a reagire nel modo più adatto quando si trova in situazioni critiche.
fiducia in sé - ambiente allargato / credits: Aranxa Esteve
A seconda dei tipi di esperienze vissute durante l’infanzia e l’adolescenza, costruiremo fin dalla prima giovinezza una personalità con tratti più o meno sicuri, dotata di maggiore o minore autostima.
fiducia in sé - esperienze / credits: frank mckenna
Prestare attenzione ai segnali di insicurezza nei bambini o negli adolescenti è importante per aiutarli a sviluppare un rapporto più equilibrato con se stessi e ad affrontare il futuro con più serenità. La scarsa autostima è un fenomeno da non trascurare, se la noti in tuo/a figlio/a parliamone insieme.